Rossella Sobrero si occupa di comunicazione da molti anni affiancando alla consulenza l’attività di docenza e di saggistica. Da 10 anni organizza Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, il più importante evento in Italia dedicato alla sostenibilità, e ha dato vita alla rete CSRnatives, un network di studenti universitari e neolaureati appassionati di sostenibilità che oggi conta oltre 600 membri

Si parla molto di sostenibilità… possiamo dire che l’impegno delle imprese è in crescita?

Il numero di imprese che hanno inserito la sostenibilità nella propria strategia è decisamente in crescita. Penso di poter affermare che è in corso una vera metamorfosi, frutto di un cambiamento culturale già in atto prima della pandemia e della guerra. Un cambiamento significativo che riguarda in particolare le organizzazioni che hanno fatto della sostenibilità un driver strategico e che hanno deciso di integrare la dimensione sociale e ambientale nei loro piani di sviluppo. I temi ambientali – dalla crisi climatica allo sviluppo di processi sempre più circolari – sono stati in molti casi al centro dell’attenzione ma sono convinta che si registrerà presto anche un incremento degli
impegni in ambito sociale. Cresce la consapevolezza che la sostenibilità contribuisce ad aumentare
il valore dell’organizzazione che viene valutata in base ai criteri ESG (Environmental, Social,
Governance), asset intangibili ritenuti molto importanti dagli stakeholder, in particolare dagli investitori. Si parla infatti di brand activism, cioè del coinvolgimento attivo dell’impresa per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un approccio al business diverso che influisce sul valore dell’azienda e che produce effetti positivi sulla qualità di vita delle comunità.

Comunicare la sostenibilità: come si evita il rischio di greenwashing per le aziende?

Chi decide di comunicare la propria sostenibilità deve aver già avviato il processo di cambiamento: prima di dire bisogna fare perché annunci e dichiarazioni possono essere molto pericolosi se alle spalle non ci sono iniziative concrete. Comunicare il proprio impegno sociale e ambientale rafforza la relazione con gli stakeholder e migliora la reputazione ma bisogna evitare il rischio di essere accusati di ecologismo di facciata. Per esempio è bene non utilizzare environmental claim o immagini che evocano una dimensione valoriale non rispondente alla realtà.

Cosa consigli ad un giovane che vuole muovere i primi passi in ambito CSR?

La formazione è fondamentale: il consiglio non può che essere quello di frequentare corsi di laurea o master in grado di fornire le competenze richieste oggi dal mercato. Ma anche di leggere, informarsi, partecipare ad eventi che possono aprire la mente…

 

 

Che tipo di candidati cercano le aziende che offrono posizioni CSR?

In questo momento il mercato è alla ricerca di persone da inserire nella funzione che si occupa di transizione ecologica. Alcune aziende hanno deciso di dotandosi di un sustainability manager mentre altre sono alla ricerca di esperti di rendicontazione, di dialogo con gli stakeholder, di gestione sostenibile della catena di fornitura. Ci sono anche organizzazioni che cercano persone con competenze tecniche in ambito ambientale come energy manager, progettisti di sistemi di gestione ambientale, ingegneri ambientali.

Prossimi progetti?

Stiamo già lavorando all’11° edizione nazionale del Salone della CSR e alle attività che vengono organizzate durante l’anno come il Giro d’Italia della CSR (10 tappe che toccano diverse città dal nord al sud del Paese) e il Salone Extra (eventi in streaming per la presentazione di libri e di ricerche).

 


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Presidente di Job Farm e Direttrice di Job Farm News, si occupa da oltre 15 anni di formazione, lavoro, risorse umane e innovazione. Dirige SportelloStage partner di Recruit srl, agenzia di intermediazione, e Ems società di consulenza HR.