Lifebility Award, giunto alla 14 esima edizione nasce con l’idea di promuovere un concorso che seminasse in giovani brillanti, e con idee innovative, i concetti dell’etica. Quali risultati ha prodotto il premio?
Sicuramente un primo risultato è stato quello di aiutare oltre 2.000 giovani brillanti a presentare delle idee etiche di business, diverse delle quali hanno poi visto la realizzazione pratica, poi come ogni semina, bisogna aspettare il raccolto; devono passare 5 meglio 10 anni per capire se la semina è andata a buon fine, cioè il tempo necessario ai quasi 100 nostri brillanti vincitori di affermarsi e diventare decision maker: oggi infatti possiamo vedere come vincitori delle prime edizioni si comportino in maniera etica quando se ne presenta la situazione, esempio famoso e Cristian Fracassi con la maschera respiratore durante la pandemia, ma anche altri meno noti.
Recentemente avete ideato Lifebility for Humanities per coinvolgere sul tema dell’etica anche giovani non necessariamente provenienti da esperienze tecnologiche. Vuoi tracciare un primo bilancio?
Per la componente Humanities un solo anno è poco per capire se la platea dei giovani la ha correttamente interpretata e partecipa al progetto: comunque i primi progetti arrivati sono molto soddisfacenti e suggerisco di leggerne la SINOSSI (breve introduzione) sul sito LBHUMANITIES. COM – partecipa al concorso.
Alcuni giorni fa, la nota attrice Jodie Foster, in un’intervista che sta facendo discutere, ha bollato i giovani lavoratori come “Irritanti, svogliati, senza etica”. E’ davvero così?
Il giudizio è molto caustico ma non lontano dal vero anche se non si può generalizzare: i giovani oggi sono bombardati di informazioni negative e che incitano alla violenza come nelle canzoni dei rapper di successo. Fortunatamente una buona percentuale è predisposta a fare meglio (di loro purtroppo si parla poco) e la piccola percentuale SMART dei nostri concorrenti che accettano la sfida di LIFEBILITY fanno ben sperare, ad oggi almeno 2.000 giovani hanno partecipato e sono convinto che il messaggio ETICO abbia messo radici in buona parte di loro anche se non hanno vinto.
In questi anni, anche grazie al Premio Lifebility, hai incontrato centinaia di giovani. Fra i loro driver motivazionali nella scelta dell’impiego spiccano valori aziendali, flessibilità, feedback. Le nostre imprese sono attrezzate?
Occorre sempre localizzare i problemi, diverso è l’atteggiamento nelle aree industriali legate alle megalopoli rispetto a quello delle aree produttive su un territorio più a dimensione umana come il nostro Veneto o Emilia – molte aziende purtroppo non sono abbastanza sensibili alla gestione corretta delle Risorse Umane anche se ne stanno prendendo sempre meglio coscienza. Molti giovani brillanti rischiano di essere delusi, ma la mia percezione è che questi giovani affrontino il problema con la determinazione di cambiarlo dall’interno che è il miglior atteggiamento possibile.
Cosa vuol dire oggi essere un imprenditore etico? E’ possibile coniugare etica e valori con i risultati d’impresa?
Una sezione delle attività di LIFEBILITY consiste nella individuazione di imprenditori etici da proporre come esempio ai giovani, un secondo step sarà quello di riprendere i concetti della Company Social Responsibility e vedere come gli imprenditori possono applicarla nella loro attività e non come spesso succede oggi farne solo una vetrina post attività.
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Visita il sito: Lifebility Award